CONCENTRAZIONE

4 PROGRAMMA 16 SETT FINE 2013  BOZZA

SETTIMANA 06 dal 7 al 10/10 Dharana ConcentrAZIONE CONOSCENZA ANALISI CURIOSITA’ studio (vidya)

Osservazione dei particolari sempre più ristretti in ogni idea,   situazione   o cosa come con una lente, anche utilizzando una manciata di oggetti, da suddividere sempre più, o immagini, mandala, mantra, musiche e lavori manuali (fino a percepire quasi la dimensione 0).

Dal vocabolario Treccani il termine CONCENTRAZIONE: =azione di radunare, di far affluire o convergere in un punto o in una zona ristretta più persone o più cose o elementi della stessa natura, allo scopo di riunire ciò che prima era disperso o diffuso. In usi figurati, è l’operazione di dirigere o far convergere su un unico oggetto (concreto od astratto), verso un unico scopo.

Sono chiarificanti gli usi in altri campi come chimica, fisica, statistica, economia, ma anche in cucina (il concentrato di pomodoro). Nel campo mentale e Yoga va utilizzato come un atteggiamento di un aumento di attenzione verso un problema, un comportamento, una persona. Può essere utile una postura  particolare: prevalentemente in piedi nel concentrarsi su un problema di cui è opportuno avere una definizione accurata; una rappresentazione con un disegno posto su una parete o su un tecnigrafo o su un computer (in questo caso si è seduti); un oggetto concreto su un supporto all’altezza degli occhi, in piena luce e con lenti e microscopio; rispetto una lettura può essere utile una posizione seduta comoda, ma non troppo per non scivolare nell’assopimento..

Nel caso di una situazione ambientale o comportamentale rispetto ad una persona, le posizioni possono essere le più varie, perché la concentrazione può essere utile anche di fronte ad un serpente o la caduta di pietre dall’alto. E’ interessante citare che i vulcanologi nei dintorni di un vulcano, se volano pietre,, dicono che non bisogna scappare, ma fermarsi, guardare in alto  e concentrarsi sulla traiettoria delle pietre, capirne il percorso e spostarsi solo all’ultimo in un punto diverso da dove si è calcolata la caduta.

Concentrazione o meditazione su un mandala o un simbolo nell’accezione Yoga è prevista spesso in posizione del loto.

Fin qui ho parlato di concentrazione su oggetti concreti o virtuali, come azione della mente verso qualcosa, ma qualcuno parla di concentrazione o meditazione come una non azione o inibizione di azione o non azione o vuoto mentale. Questa semmai potrebbe essere una pratica del rilassamento, già trattato nella settimana scorsa, intesa come allontanamento di tensione verso qualche impegno voluto della mente o del pensare cosciente. Non si pensi che esista l’assenza voluta cosciente o nel sonno, questa si presenta solo in coma profondo o anestesia che se non controllate da medici specialisti vanno quasi sempre in discesa verso la morte. Quelli che parlano di vuoto mentale sono molti, ma non conoscono il parere dei neurologi e probabilmente scivolano normalmente nel sonno.

Analisi Come dicevo all’inizio, la concentrazione è un’azione, un modo di operare della mente che può essere considerata una “analisi” di qualche cosa, per suddividerla in parti sempre ridotte per conoscerla sempre meglio e più a fondo.

Un modo di operare di chi lavora in ambito scientifico o tecnologico, ma anche artistico, psicologico, clinico ecc.

Questo concetto di suddividere per analizzare e conoscere è nato come atomismo nella Grecia “ionica” (coste dell’attuale Asia Minore) probabilmente già intorno alla fine del VII secolo a.C. Esso, però, si profila in modo netto solo nel secolo successivo grazie a Leucippo, che da Mileto emigra ad Abdera e fonda una scuola dove avrà come allievo principale Democrito. L’atomismo non si limita ad essere un’ontologia (éinai=essere+discorso) (analisi di ciò ché è una cosa nel momento attuale), ma ha sia in Democrito che in Epicuro dei risvolti etici molto importanti. L’atomismo fu contrastato duramente da Platone e dalla Chiesa poi, è stato più volte recuperato

nel modo romano con Lucrezio, nel medioevo con Averroè, nel rinascimento con Newton e Robert Boyle e tra i contemporanei: Thomson (elettrone 1890), Ruthefort (protone 1919), Pauli (neutrino ipotizzato nel 1931 e osservato nel 1956)(Wikipedia)

 

 

 

 

 

Conoscenza . Per avere qualcosa su cui concentrarsi, bisogna conoscere qualcosa, anzi bisogna conoscere molte cose altrimenti l’operazione si esaurisce, si spegne rapidamente.

Il concetto di analisi, metodo filosofico della conoscenza, nella filosofia europea, da Cartesio in poi, è spesso (ma non necessariamente) collegato a quello di sintesi. Laddove i due concetti siano posti in relazione fra loro, essi designano due momenti complementari e contrapposti della riflessione che sarà più specificamente discussa nella prossima settimana. La conoscenza è qualcosa di diverso dalla semplice informazione. Entrambe si nutrono di affermazioni vere, ma la conoscenza è una particolare forma di sapere, dotata di una sua utilità. Mentre l’informazione può esistere indipendentemente da chi la possa utilizzare, e quindi può in qualche modo essere preservata su un qualche tipo di supporto (cartaceo, informatico, ecc.), la conoscenza esiste solo in quanto c’è una mente in grado di possederla. In effetti, quando si afferma di aver esplicitato una conoscenza, in realtà si stanno preservando le informazioni che la compongono insieme alle correlazioni che intercorrono fra di loro, ma la conoscenza vera e propria si ha solo in presenza di un utilizzatore che ricolleghi tali informazioni alla propria esperienza personale. Fondamentalmente la conoscenza esiste solo quando un’intelligenza possa essere in grado di utilizzarla. La conoscenza un prodotto della mente e dell’indagine introspettiva e non deriva unicamente dai sensi, cioè dall’esterno. (Wikipedia)

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza” (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno XXVI)

CURIOSITAE’ considerato un comportamento positivo sia nella scienza che nell’intelligenza, rappresenta un istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, conoscenze, comprensione e consapevolezza, il carburante della scienza e delle discipline dello studio umano, una vera e propria propensione all’interessamento personale verso ciò che incuriosisce.(Wikipedia)

Delle presunte 5 pulsioni fondamentali, ancestrali ed animali, presnti anche negli uomini e donne. La curiosità è la prima a comparire fin dalla nascita in quanto fondamentale per garantire la vita. Permette infatti di guardarsi in giro e verificare se ci sono dei pericoli, se ci sono degli animali più grossi che possono mangiato o dare cibo ed aiuto, ma anche per creare una mappa e strutturale territorio per capire dove correre a nascondersi (la lucertola) od un posto rilevato per osservare i dintorni e trovare un animale da parassitare (la zecca sale su un filo d’erba per lasciarsi cadere su una preda). Come tutte le pulsioni, devono essere ben conosciute per non eccedere.

STUDIO .Anche questa pratica di concentrazione, come tutte le altre, necessita del fattore tempo per affinarsi e completare l’analisi di ogni singolo elemento posto sotto osservazione e alla fine si parla di studio.

Non tutti hanno la pazienza di applicarsi e di studiare ed il loro lavoro diventa inefficace. E’ veramente una cosa difficile convincere un bambino o peggio un adulto a sbloccare questa pigrizia. L’unico tentativo possibile è nello stupire con la dimostrazioni dei grandi successi che si possono  raggiungere applicandosi in queste pratiche. Un altro metodo possibile (per bambini ed adulti) è l’esempio di persone che convivono e che mostrano un atteggiamento positivo a questa pratica. I

Strumenti Sono considerati utili strumenti anche i labirinti e i puzzle anche se questo è in parte analisi della connessione con altre parti, dove la connessione può essere considerata piuttosto un elemento di confronto e quindi di meditazione come verrà analizzato la prossima settimana

Propongo caldamente di loggarsi sul sito

 www.Yogaapaia.it e fare osservazioni per entrare

 in contatto spesso e fare domande

ed osservazioni anche su altre parti del sito.

 

In ogni tempo, in ogni luogo, in ogni cultura, qualcuno è riuscito,

 allora si può.

 

Italo Magos 2013-10-07 Calusco